Una figlia ringrazia la madre che non ha mai conosciuto
Ogni donna in Italia è libera di partorire senza far sapere il suo nome [1].
Dunque se tu vuoi restare sconosciuta, anonima, puoi farlo. L'ospedale provvederà a segnalare al Comune il nuovo bambino nato senza dire il tuo nome. La notizia arriverà anche al Tribunale dei Minorenni perché cerchi una coppia di genitori adottivi per il bambino appena nato.
In genere hai tempo 10 giorni dopo la nascita, per decidere. Ma puoi anche chiedere di aspettare, al massimo per 2 mesi, prima di decidere, purché in questo tempo tu resti vicina al bambino in modo da essere sicura se potrai o no fargli da mamma.
Se hai meno di 16 anni invece non puoi ancora decidere né per il sì, né per il no. Potrai farlo quando arriverai a 16 anni. In tutto questo tempo, se vuoi, potrai occuparti del tuo bambino assistita dai servizi sociali. Se non vuoi o non puoi prenderti cura del bambino allora sarà allevato in una casa famiglia o da dei genitori temporanei (affidatari) aspettando la tua decisione quando avrai 16 anni.
Se tu, donna, hai chiesto di restare anonima, sconosciuta, il papà del bambino non può riconoscerlo come suo perché si potrebbe arrivare a capire chi è la madre mentre la legge italiana ti protegge se tu non vuoi essere conosciuta.

Magari il tuo bambino non è nato nell'ospedale e non sai come fare. In questo caso puoi metterlo in una delle culle per la vita che ci sono vicino a ospedali o conventi, in molte città d'Italia. Le culle sono attrezzate per segnalare agli infermieri la presenza del bambino dopo che tu ti sarai allontanata.
Se fai così nessuno ti accuserà mai di "abbandono di minore".
Se invece abbandoni il bambino per strada o in altri luoghi metti in pericolo la sua vita e sarai considerata colpevole se il bambino soffre o muore. Quindi prendi la giusta decisione: se non puoi occuparti del bambino lascialo in un posto sicuro dove lo cureranno: l'ospedale o la culla per la vita. Perché così mostri che gli vuoi bene anche se sei in grave difficoltà.

Anche dopo molti anni, finché la madre è viva, il figlio non potrà sapere il suo nome, se lei non vuole. Il figlio, diventato adulto, potrà solo chiedere, tramite un Tribunale e per gravi motivi, informazioni sanitarie ma non gli verrà detto chi è la madre biologica. Potrà anche chiedere informazioni mediche su eventuali fratelli ma sempre senza conoscere i loro nomi.
Il figlio può anche chiedere, per il tramite del Giudice, se la sua madre biologica ha nel frattempo cambiato idea e dunque se sia ora disponibile a essere trovata. In questo caso il giudice prima valuterà se la donna possa ricevere e capire tale richiesta. La madre ormai potrebbe essere anziana o malata e in questo caso il giudice potrebbe rispondere che non è giusto disturbarla o agitarla. Se invece è possibile il giudice chiederà alla madre se ha cambiato idea. Se la madre non cambia idea resterà sconosciuta dal figlio per tutta la propria vita. Dopo la morte della madre è eventualmente possibile, per il figlio, conoscerne il nome.

In questa pagina abbiamo dato soltanto spiegazioni nella forma più semplice possibile. Le donne all'inizio della gravidanza possono informarsi presso qualsiasi CAV su come fare per tener segreta la gravidanza e dare al loro bambino la possibilità di vivere.  In Italia molte coppie aspettano di prendersi cura di questi bambini.
Con il parto anonimo salvi la vita al tuo bambino, fai felice una famiglia che lo aspetta e, dopo alcuni mesi, potrai provare a dimenticare la vicenda, se vuoi.

Il filmato che vedi in questa pagina è il ringraziamento, comparso su Tik-Tok nel 2022, di una figlia nata 25 anni prima da una ragazzina di 15 anni che tenne nascosta la gravidanza, partorì in anonimato e regalò così alla sua bimba una vita felice di figlia adottiva.

[1] Decreto del Presidente della Repubblica n. 396 del 3 novembre 2000, articolo 30, comma 1: "La dichiarazione di nascita è resa da uno dei genitori,  da  un procuratore speciale, ovvero dal medico o dalla ostetrica o da  altra persona che ha assistito al parto, rispettando  l'eventuale  volontà della madre di non essere nominata".
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